Tra i 17 obiettivi da perseguire entro il 2030 a salvaguardia della convivenza e dello sviluppo sostenibile, l'Agenda 2030 dell’ONU non ha posto soltanto la salvaguardia dell'ambiente e delle risorse naturali, ma anche la costruzione di ambienti di vita sani e la scelta di modi di vivere inclusivi e rispettosi dei diritti fondamentali delle persone, primi fra tutti la salute, il benessere psico-fisico, la sicurezza alimentare, l'uguaglianza tra soggetti, il lavoro dignitoso, un'istruzione di qualità e la tutela dei patrimoni materiali e immateriali delle comunità.
Conoscere la storia della consapevolezza del rischio ambientale ripercorrendo le principali tappe che hanno segnato l’acquisizione delle conoscenze, gli impegni assunti e gli accordi internazionali può aiutare a capire le dinamiche che ancora oggi rendono così difficile la scelta di soluzioni che possano davvero mitigare la grave crisi climatica in atto, che mette a repentaglio la vita stessa sulla terra acuendo sofferenze e disuguaglianze.
Culture e movimenti ambientalisti esistono nei paesi industrializzati sin dagli anni Sessanta dell'Ottocento e hanno conosciuto una complessificazione teorica e una crescita organizzativa soprattutto tra gli ultimi anni del secolo e lo scoppio della Prima guerra mondiale.
La guerra ha poi quasi congelato per almeno un trentennio sia l'elaborazione teorica, sia l'istituzionalizzazione delle politiche ambientali sia lo slancio di movimento.
A dispetto di alcuni segnali importanti nella seconda metà degli anni Quaranta e negli anni Cinquanta, una prima svolta nella consapevolezza collettiva è avvenuta nella prima metà degli anni Sessanta, soprattutto grazie allo choc causato dalla pubblicazione negli Stati Uniti e subito dopo in molti altri paesi (compresa l'Italia) di Primavera silenziosa di Rachel Carson.
Un anno di capitale importanza è stato invece il 1970, segnato da alcuni eventi che hanno avuto risonanza globale e hanno da un lato fatto esplodere il movimento, da un altro lato hanno reso molto più visibile e definitivamente istituzionalizzato la questione ambientale: la «conversione» ecologica di Richard Nixon, l'Earth Day e l'annata europea per la conservazione della natura, eventi strettamente connessi tra loro e di enorme impatto complessivo.
Del 1970 è appena stato celebrato il cinquantesimo e la rivista digitale «Altronovecento» gli ha dedicato un ampio dossier.
Anche il 1972, del quale ci apprestiamo pure a celebrare il cinquantenario, fu un anno cruciale: prima grande conferenza Onu sull'ambiente a Stoccolma - evento conflittuale e di colossale visibilità e impatto globale; pubblicazione di libri molto diversi ma cruciali come «I limiti dello sviluppo» del Club di Roma, «Il cerchio da chiudere di Barry» Commoner e, in Italia, «L'imbroglio ecologico» di Dario Paccino, che quest'anno è stato ripubblicato.
L’articolo di Plumer e Schwartz originariamente pubblicato sul New York Times e tradotto e pubblicato nel citato numero di «Altronovecento» testimonia come la questione ecologica sia cruciale nel dibattito odierno.
Obiettivi formativi
Questo Progetto prevede, da un lato, un approfondimento degli aspetti attuali della crisi ambientale e delle varie proposte in campo per affrontarla, dall’altro una ricognizione storica sui modi in cui le culture e il movimento ambientalista, già a partire da metà Ottocento ma con una forte accelerazione dal 1970, hanno posto la questione e l'hanno fatta entrare nelle agende politiche locali, nazionali e globali.
In quella che venne definita «primavera dell’ecologia», negli anni Settanta vennero poste le basi sia dei moderni movimenti ambientalisti sia dell'istituzionalizzazione della questione ambientale, e i cinquantenari forniscono un’ottima occasione e uno strumento importante per ricostruire e fare un bilancio con l'occhio all'oggi.
Metodologia e scansione temporale
1. Lezione frontale sulla storia del percorso verso la “sostenibilità” ambientale (2 ore in classe con esperto BFS).
2. Introduzione al lavoro dell’IPCC e in generale alla questione del cambiamento climatico/inquinamento (2 ore in classe con esperto BFS).
3. Lavoro di ricerca direttamente sulla fonte (Rapporto IPCC) da parte dei ragazzi ed elaborazione di progetti per coinvolgere la scuola e la comunità degli studenti in un percorso di consapevolezza e azione nei confronti del rischio più rilevante per la vita delle future generazioni (Lavoro in classe con gli insegnanti
4. Presentazione dei risultati, in biblioteca o in classe (2 ore).
Target: Triennio scuole superiori
Totale ore: 10
Referente: Prof.ssa Maria Grazia Petronio
Questo Progetto può essere utilizzato nei percorsi trasversali di Educazione Civica, prevedendo il coinvolgimento dei docenti di Scienze, Storia, Italiano.
Per maggiori informazioni visita la pagina sui percorsi di formazione per le scuole secondarie di 2° grado.