Lettera aperta alle cittadine, ai cittadini e alle istituzioni di Pisa
Tra pochi giorni ricorrerà il 50° anniversario della scomparsa di Franco Serantini: studente lavoratore di origine sarda, anarchico, morto nel carcere Don Bosco di Pisa due giorni dopo il fermo di polizia, dopo essere stato picchiato dalle forze dell’ordine nel corso della manifestazione del 5 maggio 1972.
Negli anni molte manifestazioni cui hanno partecipato migliaia di cittadini e molte iniziative che sono state intraprese anche a livello nazionale hanno tenuto viva la memoria di Franco; oggi le sue spoglie riposano al cimitero di questa città.
Dopo la morte gli amici e i compagni di Franco, insieme a gran parte della città, lo hanno voluto ricordare apponendo una targa sull’edificio dell'ex collegio Pietro Thouar (1972) dove aveva trascorso gli ultimi anni della sua vita e ponendo nell’attigua piazza un monumento di marmo (1982).
Da quel momento per tutti gli amici di Franco e per tanti pisani la Piazza San Silvestro è diventata di fatto Piazza Franco Serantini. Più volte nei decenni scorsi è stata avanzata la richiesta di un'intitolazione formale della piazza a Serantini; nel 2011 furono raccolte oltre 1100 firme e la Giunta comunale deliberò che almeno i giardini della Piazza e del contiguo parco del Bastione del Barbagianni fossero dedicati alla memoria di Franco. Purtroppo a quegli impegni non sono seguiti i fatti.
Oggi crediamo sia giunto il momento di dedicare anche formalmente la piazza a Franco, come gesto riparatore di "giustizia" a fronte di tanta ingiustizia subita dal giovane studente lavoratore.
Pensiamo che l’affetto per Franco sia un sentimento ancora molto diffuso a Pisa, che da solo basterebbe a motivare questa richiesta. Ancora più forte però è il senso civico e lo spirito di solidarietà della comunità nel ricordare la memoria di un suo giovane concittadino, vittima innocente della violenza e di un grave abuso di potere. Il processo per Franco si è chiuso nel 1975 con un non luogo a procedere. Dunque nessuna giustizia è stata fatta sulla morte del giovane anarchico.
Lo scorso 4 aprile, invece, la Corte di Cassazione ha confermato in via definitiva la condanna dei responsabili di un altro pestaggio avvenuto per mano dello Stato, quello di Stefano Cucchi, morto il 22 ottobre 2009 mentre era in custodia cautelare. Dunque anche il diritto fa dei passi avanti nel nostro sistema: è giusto che sia così ed è giusto riconoscerlo. Dopo 50 anni finalmente possiamo assistere a uno Stato capace di ammettere i propri errori e processare se stesso.
Intitolando la piazza a suo nome vogliamo rendere omaggio a Franco, per riparare parzialmente all’ingiustizia di un potere che ancora oggi non ha fatto piena luce sulle responsabilità della sua morte e lanciare un monito affinché ciò non possa più accadere.
Gian Mario Cazzaniga, Maria Valeria Della Mea, Ezio Menzione, Ilaria Pavan, Adriano Prosperi, Corrado Stajano
per la Biblioteca Franco Serantini Istituto di storia sociale, della Resistenza e dell’età contemporanea della prov. di Pisa
Franco Bertolucci (Presidente), Stefano Gallo (Direttore scientifico), Elena Franchini (Presidente dell’Associazione amici della Biblioteca F. Serantini).
Pisa, 20 aprile 2022