Pubblichiamo il testo integrale della lettera che è stata inviata al Direttore del quotidiano «Il Tirreno».
Ghezzano (PI), 1° febbraio 2023
Oggetto: Richiesta di rettifica ex art. 8 L. 47 (1948)
Gentile sig. Direttore,
è apparso oggi sul vostro quotidiano un articolo a firma di Ilaria Bonuccelli dal titolo "Toscana, terra d’anarchia violenta. Bombe e attentati da oltre 40 anni". Nell’articolo tra le altre cose si legge: «Impossibile non notare lo stesso modo di agire di certi gruppi anarchici toscani con quello delle Br. A Pisa, il 7 maggio 1972 muore in carcere un ragazzo, in seguito a un (presunto) pestaggio delle forze dell’ordine: Franco Serantini era stato fermato a una manifestazione di protesta di Lotta continua contro un comizio di Beppe Niccolai, esponente di Msi. Il 30 aprile 1977 un anarchico sardo di Azione rivoluzionaria gambizza il medico legale del carcere Don Bosco assolto dal tribunale da ogni responsabilità per il decesso di Serantini».
Queste righe contengono alcune gravi inesattezze, che ci preme segnalarvi. Il pestaggio non fu affatto “presunto” ma operato deliberatamente dalle forze dell’ordine, come attestano tutte le prove. Se ad oggi non abbiamo i nomi e cognomi di chi materialmente tra le forze dell’ordine contribuì alla morte dell’anarchico Franco Serantini ciò non significa che non si conosca la causa della sua morte: causa ben documentata dalla perizia medico legale eseguita il giorno 8 maggio 1972 e dalla successiva controperizia del 24 gennaio 1973, oltre che da numerosi testimoni e ricerche storiche. Ricordiamo per tutte la ricostruzione fatta nel noto libro del giornalista e scrittore Corrado Stajano Il sovversivo. Vita e morte dell’anarchico Serantini (Torino, Einaudi, 1975 e successive ristampe).
Purtroppo nell’articolo si riscontrano anche altre inesattezze, deduzioni fantasiose e confusioni interpretative. Appare ad esempio sconcertante abbinare la vicenda di Serantini ad un presunto rapporto tra «certi gruppi anarchici toscani» e le Brigate Rosse, suggerendo un rapporto consequenziale di causa-effetto. Non si capisce di cosa si stia parlando: basta sfogliare i giornali d’epoca per capire quanta distanza separava e separa la cultura libertaria da quella dei fondatori delle Br, così come l’assoluta estraneità della vicenda di Franco Serantini con questi fatti. Per quel che riguarda l’attentato al dott. Mammoli da parte di Azione rivoluzionaria del 30 marzo 1977, è sorprendente che la giornalista sia a conoscenza che l’esecutore dell’attentato fosse «sardo» e «anarchico»: poiché fino ad oggi nessun Tribunale ha mai indicato il nome dell’esecutore o dei presunti mandanti, nel caso in cui Ilaria Bonuccelli fosse a conoscenza di particolari inediti ha il dovere di riferirlo alle autorità segnalando le fonti che potrebbero aiutare a gettare luce su fatti ancora oscuri.
Non fa onore alla buona deontologia professionale un uso così disinvolto al limite della diffamazione del nome di Franco Serantini, di cui peraltro il vostro quotidiano ha più volte ricostruito correttamente la vita e la morte, riportando anche tutte le informazioni relative alle attività della Biblioteca a lui intitolata e che da oltre quarant’anni si occupa di custodirne la memoria.
Vi chiediamo cortesemente di pubblicare la nostra rettifica sulle pagine del vostro quotidiano. Restiamo a disposizione per ogni eventuale approfondimento o chiarimento.
Con i più cordiali saluti,
In fede
Franco Bertolucci (presidente)
Stefano Gallo (direttore scientifico)