Lo scorso 14 marzo è stata presentata in Consiglio Comunale la mozione per intitolare Piazza San Silvestro a Franco Serantini, a quasi un anno dalla lettera che il 20 aprile 2022 avevamo sottoscritto insieme ad altri e altre, per chiedere che a cinquant’anni dalla morte si facesse questo parziale e dovuto atto di giustizia. Nello scorso luglio in Conferenza di Capigruppo una nostra delegazione aveva ricevuto la garanzia da parte del Presidente del Consiglio comunale che la questione sarebbe stata calendarizzata dopo l’estate, cosa non avvenuta. Il testo è stato ora portato in aula dal consigliere di opposizione Francesco Auletta (Diritti in Comune) che lo ha inserito tra le mozioni da discutere obbligatoriamente.
Dopo undici mesi di attesa, la scorsa settimana finalmente la proposta è stata discussa e votata: il risultato finale è stato di 8 voti contrari, 7 favorevoli (PD, DiC e Italexit) e 4 astenuti, ma la mancanza del numero legale minimo di consiglieri presenti in aula ha impedito di rendere valida la votazione. Il Consiglio comunale non si è quindi pronunciato formalmente sulla questione, le forze politiche di maggioranza non si sono prese pubblicamente la responsabilità di bocciare la richiesta di intitolare Piazza San Silvestro a Franco Serantini.
Questo è stato il risultato numerico. A livello politico e culturale rileviamo che si continua a non comprendere il senso della proposta e a inquadrare in maniera a nostro avviso sbagliata la storia di Franco. Non si tratta di un «morto di politica» come tanti altri, non è stata una «vittima del clima di quegli anni», della violenza degli opposti estremismi, come sostenuto dai consiglieri della maggioranza. Franco Serantini non è morto per un clima di violenza: è morto per mano dello Stato, prima bastonato dalla Celere in strada e poi recluso senza cure in carcere fino all’agonia e quindi la morte.
Non riconoscere questi dati evidenti dimostra una grave insensibilità da un punto di vista umano, di fronte a un’ingiustizia clamorosa, a un cittadino che è stato ammazzato mentre era in custodia nelle mani dei poteri pubblici, di quello Stato che dovrebbe proteggere e non lasciare morire. Serantini è stato privato della libertà e con essa della possibilità di ricevere le cure necessarie che gli avrebbero potuto permettere di vivere. Questo è il punto fondamentale: insistere nel mettere sullo stesso piano casi diversi di violenza significa voler fuggire di fronte alla realtà dei fatti, manipolare la storia senza voler prendere atto di quanto accaduto.
Se non si comprende questo, non è possibile capire le motivazioni della richiesta di intitolare Piazza San Silvestro a Serantini. Non vogliamo togliere un santo per sostituirlo con un altro santo, con un martire laico: chiediamo che la politica renda un atto di giustizia a un ragazzo a cui lo Stato ha tolto la vita mentre era in sua custodia. Continueremo nella nostra battaglia.
Ghezzano, 21 marzo 2023
Biblioteca Franco Serantini
Associazione Amici della Biblioteca Franco Serantini