La biblioteca di GASPARE DE CARO donata alla Biblioteca F. Serantini.
I figli Marcello, Mario, Roberto e Flavio di Gaspare De Caro, noto intellettuale del Secondo dopoguerra italiano recentemente scomparso, hanno donato all'istituto pisano la biblioteca dell'insigne studioso.
Si tratta di una collezione di un migliaio di volumi di economia, politica e storia del Novencento che andranno ad arricchire il già cospicuo e prezioso patrimonio della Biblioteca F. Serantini che ad oggi assomma già oltre 42mila libri.
Gaspare De Caro (Roma, 16 dicembre 1930 – Roma, 6 ottobre 2015) si laureò in Filosofia all’Università di Roma, scrivendo una tesi su Piero Gobetti sotto la guida di Federico Chabod. Rifiutò vari inviti ad insegnare Storia contemporanea all’Università e lavorò sempre all’Istituto dell’Enciclopedia Italiana Treccani come redattore del Dizionario Biografico degli Italiani.
Negli anni '60 ha collaborato ai periodici Quaderni Rossi e Classe Operaia e dal 2000 al 2005 a Hortus Musicus, trimestrale indipendente di cultura e politica.
Dopo aver curato la prima edizione di La rivoluzione liberale di Piero Gobetti (Einaudi1964), scrisse una biografia di Gaetano Salvemini che suscitò accese discussioni (Salvemini, Utet 1970). Scrisse anche di storia rinascimentale (Istituzioni del principe cristiano. Avvertimenti e istruzioni di Carlo V al figlio Filippo, Zanichelli 1969, ed Euridice. Momenti dell’Umanesimo civile fiorentino, Ut Orpheus 2006), di storia del pensiero economico (curando i volumi di Léon Walras,Introduzione alla questione sociale e L'economia monetaria, Istituto della Enciclopedia Italiana Treccani 1980 e 1985), di storia contemporanea (La Sinistra in guerra e Storia senza memoria, Colibrì, 2007, 2011, con Roberto De Caro, e Argentina. Viaggio al Fin del Mundo (forse), Colibrì 2011) e di storia del cinema (Rifondare gli italiani? Il cinema del Neorealismo, Jaca Book 2015). Pubblicò anche due volumi di memorialistica L'ascensore al Pincio e Residuati bellici (Quodlibet, 2006 e 2008).
Pisa, 10 febbraio 2016