CONTRORADIO lunedì 30 gennaio ore 8,15
Caro Sindaco,
il 7 maggio prossimo saranno quarant’anni. Dalla morte di Franco Serantini.
Franco Serantini nasce il 16 luglio del ’51 a Cagliari. Abbandonato al brefotrofio, vi rimane fino all’età di due anni. Poi viene adottato. Dopo la morte della madre adottiva, vive coi “nonni materni” in Sicilia fino a nove anni. Successivamente torna in Sardegna in un istituto di assistenza per poi essere trasferito, nel ’68, a Firenze. Da qui – pur senza la minima ragione di ordine penale – viene destinato al riformatorio di Pisa “Pietro Thouar” in piazza San Silvestro. Nella nostra città consegue la licenza media e frequenta la scuola di contabilità aziendale.
Partecipa alle attività delle organizzazioni giovanili del Pci e del Psi, passa poi a Lotta continua, per approdare, infine, al gruppo anarchico “Giuseppe Pinelli”: siamo nel 1971.
È attivo politicamente e socialmente, Franco Serantini. Il 5 maggio 1972 prende parte anche lui alla manifestazione antifascista contro il comizio in piazza di un parlamentare del Movimento sociale italiano: “cascasse il mondo su un fico, il fascista Niccolai a Pisa non parlerà!”, recitano i volantini di Lotta continua distribuiti in tante copie in città.
La manifestazione, poi gli scontri con la polizia. Serantini viene violentemente percosso. Successivamente viene trasferito prima in una caserma della polizia e poi al carcere “Don Bosco”, dove, il giorno successivo, è sottoposto a un interrogatorio durante il quale manifesta uno stato generale di malessere che il giudice, le guardie carcerarie e il medico non reputano “serio”. Dopo due giorni di agonia, Franco viene trovato in coma nella sua cella; trasportato al pronto soccorso muore alle 9,45 del 7 maggio 1972. Quarant’anni fa.
Il 9 maggio i funerali, il 13 una grande manifestazione voluta da Lotta continua termina proprio davanti al riformatorio Thouar, in piazza San Silvestro. Franco Serantini “anarchico ventenne colpito a morte dalla polizia mentre si opponeva ad un comizio fascista”: così recita la scritta sul monumento donato dai cavatori di Carrara apposto proprio in quella piazza.
Le indagini per scoprire i responsabili della morte di Serantini affogano nella burocrazia giudiziaria italiana e nei “non ricordo…”.
Corrado Stajano, nel 1975, dà alle stampe Il sovversivo. Vita e morte dell’anarchico Serantini. Il compositore Francesco Filidei, lo scorso anno, ha portato in scena al Teatro Verdi di Pisa una rappresentazione di rilevanza internazionale dal titolo N.N. - “nomen nescio”, “nome sconosciuto”, dicitura infamante, apposta sulle carte d’identità dei trovatelli in quel periodo. E Franco era un trovatello.
C’è una Biblioteca in città, la BFS - Biblioteca Franco Serantini. Nasce da qui un’esperienza straordinaria di cultura e ricerca storica, di memoria e studio che ha fatto di Pisa una meta di giovani, ricercatori e appassionati della storia del movimento operaio, studentesco e giovanile di questo paese e non solo di questo paese.
Un giovane morto il 7 maggio 1972, alle 9,45 nel carcere “Don Bosco” di Pisa. È ancora una ferita per la nostra città.
In tante e tanti chiedono da tempo che una piazza, un luogo pubblico di questa città sia dedicato a Franco Serantini. Per tanti e tante piazza San Silvestro è già piazza Franco Serantini.
Caro Sindaco,
la memoria è un bene prezioso. Sarebbe importante, per Pisa, che il 7 maggio 2012, dopo quarant’anni, il nome di un ragazzo di allora restasse impresso ancora di più nella memoria collettiva della nostra città. Basta un piccolo gesto, un gesto naturale.