Sabato 11 febbraio, alle ore 17.00, presso l’Aula PN6 del Polo Didattico Porta Nuova dell’Università di Pisa, avrà luogo l’incontro con il genetista e divulgatore Guido Barbujani (Università di Ferrara) dal titolo “Una rivoluzione, diecimila anni fa“.
L’incontro è organizzato per celebrare la ricorrenza in data 12 febbraio del Darwin Day, “giornata internazionale promossa per ispirare le persone di tutto il mondo a riflettere e agire sui principi del coraggio intellettuale, della curiosità perpetua e del pensiero scientifico incarnati in Charles Darwin”.
L’evento è promosso dal Dipartimento di Medicina Clinica e Sperimentale dell’Università di Pisa, insieme al Centro Filippo Buonarroti Toscana e alla Biblioteca Franco Serantini-Istituto di storia sociale, della Resistenza e dell’età contemporanea della provincia di Pisa.
Saluti iniziali
Patrizia Guidi – Università di Pisa
Maria Grazia Petronio – Biblioteca F. Serantini ISSORECO
Caterina Senette – Centro Filippo Buonarroti Toscana
Intervento di Guido Barbujani
Diecimila anni fa è scoppiata una rivoluzione. Secondo Colin Renfrew, un grande archeologo inglese, è stata l’evento più importante della storia dell’umanità. Nella mezzaluna fertile, nei territori che oggi chiamiamo Iraq e Siria; due millenni dopo in Cina; e ancora un paio di millenni più tardi in America centrale e nelle Ande, si comincia a produrre il cibo. Diciamo che in quella fase si passa dal Paleolitico alla nuova età della pietra, al Neolitico, perché tutto cambia: nell’economia (non siamo più dipendenti dall’esito, incerto, della caccia e della raccolta), nella tecnologia (cominciano spettacolosi esperimenti di ingegneria genetica), nella demografia (le popolazioni, fino ad allora nomadi, si stabilizzano, fondano villaggi, e poi città) e nell’organizzazione sociale (nelle città i ruoli sociali si differenziano). Si mettono in moto grandi processi migratori, al termine dei quali si saranno modificati il colore della pelle e le lingue degli europei. I resti fossili dei nostri antenati, i reperti archeologici che hanno lasciato dietro di sé, e oggi lo studio del DNA, stanno fornendoci un quadro per forza incompleto, ma sempre più preciso, di questa lontana ma profondissima rivoluzione.