IN RICORDO DI SANDRO (ALESSANDRO MARIANELLI)
Stanotte improvvisamente ci ha lasciati Sandro. Alla sua compagna, al figlio Lorenzo, alla sorella Lia e a tutti gli altri familiari va il nostro affettuoso abbraccio.
Alessandro Marianelli, classe 1952, era un uomo di carattere schivo, amante della famiglia e in particolare del figlio Lorenzo, appassionato del suo lavoro di insegnante, che svolgeva con grande competenza e con una profonda preparazione culturale, soprattutto storica, che aveva sviluppato negli anni degli studi universitari.
Figlio del germanista Marianello (1915-2003), si laurea nell'anno accademico 1975-76 con una magistrale tesi di laurea sulla storia del movimento operaio pisano nell'età giolittiana, discussa con il professor Giorgio Candeloro, e da subito si dedica alla ricerca seguito da Lorenzo Gestri.
Quest'ultimo sarà il suo maestro e amico, che oltre a curargli in qualità di contro-relatore la tesi, lo guiderà in quegli anni di effervescenza di studi e ricerche della nuova storiografia dedicata alla storia delle classi subalterne e delle loro espressioni politiche. Non a caso, un estratto dalla sua tesi verrà pubblicato dalla rivista «Movimento operaio e socialista» nel 1978, un lavoro che ancora oggi è insuperato dal punto di vista metodologico e filologico.
Sempre in quel periodo, il giovane Sandro firma un'importante biografia dedicata a Virgilio Salvatore Mazzoni, anarchico e tra i primi segretari della Camera del lavoro di Pisa, pubblicata in Il movimento operaio italiano: dizionario biografico 1853-1943 diretto da Franco Andreucci e Tommaso Detti e pubblicato dagli Editori riuniti tra il 1975 e il 1979.
In quegli anni, Sandro collabora attivamente con il professore Gestri, che all'epoca teneva l'insegnamento di Storia del movimento operaio e sindacale presso l'Istituto di storia moderna e contemporanea dell'Università di Pisa. Gestri intorno a se aveva raccolto un piccolo nucleo di allievi, tra essi ricordiamo Fabrizio Boldrini e Luciana Spinelli, con i quali animava le lezioni e i seminari su temi di ricerca innovativi riguardanti la vita quotidiana delle classi subalterne, dei movimenti sindacali e sovversivi a cavallo tra Otto e Novecento.
Un altro contributo in questo senso Sandro lo fornirà qualche anno dopo con altre due relazioni, la prima sulle fonti e la seconda sulle culture del movimento operaio pisano, in occasione di due convegni di studi storici i cui atti sono poi stati raccolti nei seguenti volumi: Il movimento operaio e socialista nella Toscana nord-occidentale, 1870-1922, a cura del Centro studi classi subalterne Toscana Nord-Occidentale ; a cura di Carla Sodini, Firenze, La Nuova Italia, 1982(Quaderni del Circolo Rosselli; 5); Immagini di una provincia : economia, società e vita quotidiana nel pisano tra l'Ottocento e il Novecento, a cura di G. Menichetti, Tirrenia, Edizioni del Cerro, 1993 (Memoriae; 5).
Successivamente Sandro, proprio con la Biblioteca Serantini, darà alle stampe in forma autonoma la seconda di quelle relazioni con il titolo di Movimento operaio, forme di propaganda e cultura sovversiva a Pisa tra '800 e '900 (Pisa, Biblioteca Franco Serantini, 1990).
È nel 1978 che ho conosciuto Sandro, durante la frequentazione delle biblioteche universitarie e della Scuola normale nel periodo in cui preparavo il primo esame con Gestri, sulla storia del sindacalismo rivoluzionario, e da subito nacque una reciproca simpatia che aveva le sue radici in due passioni molto diverse tra loro: per la storia e per la pallacanestro.
Sandro, politicamente non era un estremista, anche se in gioventù come molti aveva bazzicato il Centro Karl Marx di Pisa, e con me, all'epoca “fervente idealista libertario”, si lasciava andare a lunghe dispute di storia e politica.
Sandro era un uomo capace di un profondo senso critico – ammantato da un velo di sana autoironia, rispetto sia alle sue “esperienze” politiche che alla politica in generale – ma era una persona generosa. Durante i miei studi gli feci presente un progetto che nasceva anche dalla necessità di non disperdere il patrimonio della storia del movimento libertario e lui fu da subito, insieme al professore Gestri, tra i sostenitori della Biblioteca F. Serantini.
Dopo pochi anni collaborò con entusiasmo all'allestimento di una mostra documentaria “… Avanti siam ribelli!!” dedicata alla storia del movimento anarchico dalle sue origini all'avvento del fascismo che si tenne, nel maggio 1983, presso il Palazzo Lanfranchi. Il giorno dell'inaugurazione Sandro fu tra i relatori e firmò anche un piccolo contributo storico nell'opuscolo di presentazione della mostra.
Questa caratteristica di studioso e nel contempo di divulgatore della storia lo accompagnerà per tutta la sua vita, Sandro non si tirerà indietro nel partecipare con convinzione a iniziative civili e politiche, sarebbe lungo farne l'elenco, ricordo qui un contributo importante come quello relativo alla storia del PCI nel pisano (Documenti e testimonianze sulla fondazione del P.C.I. in provincia di Pisa, [presentazione a cura di Alessandro Marianelli], Pisa, a cura della Federazione pisana del PCI, [1981]).
In quegli anni Sandro non nascondeva l'idea di poter proseguire i suoi studi, e i suoi lavori sulla storia del vetro e sull'industria tessile sono una conferma delle sue qualità di fine ricercatore. (Proletariato di fabbrica e organizzazione sindacale in Italia all'inizio del secolo: il caso dei lavoratori del vetro, Milano, F. Angeli, 1983; A. Marianelli, F. Boldrini, Sindacato e industria tessile a Pisa 1945-1970, Firenze, Regione Toscana, Giunta regionale, 1986).
L'esito negativo di un concorso di ricercatore, Sandro arrivò secondo se non ricordo male, interruppe bruscamente questa “carriera”. Deluso e amareggiato Sandro ebbe il coraggio di voltar pagina e da quel momento si è dedicato all'insegnamento nelle scuole secondarie con risultati notevoli tanto che molti suoi allievi lo ricordano con profondo affetto. Anche nell'insegnamento Sandro è riuscito a portare con sé e a trasmetterla agli studenti tutta la passione per lo studio della storia.
Basta qui ricordare il pregevole lavoro svolto con i propri studenti su una delle vittime dell'eccidio della Romagna eseguito dalle truppe d'occupazione tedesche nell'estate del 1944 sui Monti Pisani: La storia di Livia Gereschi, a cura della Terza A del Plesso della Scuola Media I.C. Niccolini, San Giuliano Terme, 2002.
Ancora alla fine degli anni Ottanta del secolo scorso, riuscii a coinvolgerlo in una nuova piccola avventura, grazie anche all'interessamento di Renato Bacconi, allora segretario della Camera del lavoro di Pisa. Pubblicammo insieme, e con il contributo della CGIL, un piccolo libro di documenti e immagini sulla storia dell'istituto camerale e lui firmò il saggio storico introduttivo (La Camera del lavoro di Pisa, 1896-1922: atti e documenti, a cura di F. Bertolucci, con un saggio storico di A. Marianelli, Pisa, Camera del lavoro CGIL, 1990).
Sandro – sempre attento alla storia, anche quella minuta, dei “vinti”, parafrasando Nuto Revelli – era disponibile e iniziatore di piccole avventure come quando mi coinvolse, nel 1995, nell'intervista a Armanda Ideale. Lei, bambina operaia ceramista alla Richard Ginori, era figlia di un noto operaio anarchico vissuto tra Otto e Novecento. Quelle due ore trascorse insieme ad Armanda non si possono dimenticare, essa ci accompagnò, con un racconto affascinante, in una Pisa proletaria che non esisteva più e Sandro, con delicatezza svolse il ruolo di cortese e attento accompagnatore.
Anche se negli ultimi anni i nostri incontri si sono rarefatti non è mai venuto meno il suo interesse per le vicende della Biblioteca F. Serantini – della quale è stato donatore sia di libri che di carte d’archivio – convinto come molti altri della necessità di conservare il nostro passato per capire meglio il nostro futuro. La sua scomparsa ci lascia un vuoto profondo, un amico se ne andato e Pisa perde un grande uomo di cultura e umanità.
Franco Bertolucci
Nella foto Alessandro con la sorella Lia e il sindaco di S. Miniato in occasione dell'inaugurazione della piazza dedicata al padre Marianello nel 2007.