In questo articolo, pubblicato sul quotidiano online «Versilia post», Giuliano Rebechi ricorda alcuni fatti avvenimenti a Pietrasanta. Ecco uno stralcio:
“La distruzione di arredi e documenti della camera del lavoro di Pietrasanta avvenne nella notte tra il 30 aprile e il 1. maggio ad opera di fascisti locali, che nel marzo precedente in città avevano fondato una sezione dei Fasci di Combattimento, e di appartenenti alla squadra d’azione della Disperata di Firenze, anch’essa da poco costituitasi. Fu una devastazione compiuta dopo una lauta cena, consumata dagli squadristi fiorentini giunti sulla costa toscana per poter partecipare all’indomani alla inaugurazione della sede del fascio a Carrara. Un’azione, quella di Pietrasanta, non priva di un risvolto a dir poco grottesco. Tra le cose gettate in strada dai fascisti, infatti, ci fu anche un busto marmoreo di Giosuè Carducci scambiato, secondo la testimonianza di un fascista del luogo, per quello di… Carlo Marx! Camera del lavoro che fu oggetto di altre provocazioni e prepotenze. Più di una volta, ad esempio, i fascisti tentarono di issare una bandiera tricolore fuori dalla sede sindacale peraltro senza mai riuscirvi per l’intervento dei carabinieri e dei dirigenti camerali. Così, qualche anno più tardi, i “Neri di Pietrasanta” descriveranno sull’omonimo numero unico il clima di quel periodo: ‘La sicurezza che la nuova formazione faceva sul serio indignò i santoni della zona e il 1° Maggio si delineava in Pietrasanta una dimostrazione in forze di garofani rossi e di robusti bastoni alpigiani. La Disperata di Firenze (…) portò i suoi uomini nella nostra piccola città e la riempì di canti nuovi, strafottenti e giovanili,, ma anche di manganelli in continua azione e di pistole sempre in vena di sparare'”.